Andrea Domenico Taricco

L'alchimia è una scienza che fu messa in crisi nel Settecento, dall'avvento della scienza esatta: la chimica. Non si tratta di una chimica primordiale ma di una scienza immaginaria, fondata sul fatto di mettere a fuoco elementi dati dall'immaginazione, ovvero da impulsi ideali che hanno come obiettivo fondamentale la trasformazione del contingente.

Cambiare se stessi per trasformare il mondo e redimerlo da una visione esterna della materia fisica ad una interiore del sapiente operatore, ovvero di colui che realizza l'Opus. L'artista adempie a questo processo trasformativo plasmando la materia, secondo principi di alterazione che rispecchiano i cosiddetti archetipi dell'inconscio collettivo, traslati in simboli dell'immaginazione.

Mutare il piombo in oro, raggiungendo la pietra filosofale e l'artista, che dal romanticismo fu definito Genio, diviene il depositario di questa visione elettiva, mantenendo un ponte verso l'ignoto, superando le concezioni cinquecentesche fondate sulla visione del mondo per imitazione.

Il percorso in atto secondo queste teorie, apre nuovi orizzonti nell'odierna modernità, destinata a tenere in vita la tradizione misterico-sapienziale, rinnovandola dall'interno.

Da questi presupposti alchemici è possibile affrontare le concezioni AtoMistiche protese verso la comprensione della materia riconosciuta nella sua essenzialità divina e mistificata mediante il processo artistico. L'Atomistica, infatti, non è da confondere con l'atomismo di indirizzo filosofico dei secoli precedenti:l'aspetto ontologico di questa conoscenza, teorizzava, infatti la visione del mondo secondo la concezione oggettiva degli atomi nella loro indivisibiltà ed il vuoto. Secondo le teorie di Leucippo, di Democrito ed Epicuro, gli atomi erano considerati la parte più piccola della natura, ed in maniera specifica della materia, conservandone le caratteristiche strutturali poi, verso la fine dell'Ottocento, con la scoperta dell'elettrone, fu scoperta la possibilità di dividere l'atomo in unità subatomiche. Anche Platone nel Timeo espresse le sue concezioni:« Perciò è [la materia] la madre e il ricettacolo delle cose generate visibili e pienamente sensibili; non dobbiamo chiamarla né terra, né aria, né fuoco, né alcuna delle altre cose che sono nate da queste o da cui queste sono nate; ma, dicendo che è una specie invisibile e informe e ricettrice di tutto, e partecipe in qualche modo oscuro dell'intellegibile  » o Lucrezio nel De Rerum Natura cos' affrontava il tema degli dèi e della natura:


«
 Davvero, infatti, quante favole sanno inventare, tali da poter sconvolgere le norme della vita e turbare ogni tuo benessere con vani timori!Giustamente, poiché se gli uomini vedessero la sicura fine dei loro travagli, in qualche modo potrebbero contrastare le superstizioni e insieme le minacce dei vati.... Queste tenebre, dunque, e questo terrore dell’animo occorre che non i raggi del sole né i dardi lucenti del giorno disperdano, bensì la realtà naturale e la scienza .... E perciò, quando avremo veduto che nulla può nascere dal nulla,allora già più agevolmente di qui potremo scoprire l’oggetto delle nostre ricerche, da cosa abbia vita ogni essenza, e in qual modo ciascuna si compia senza opera alcuna di dèi »

 

L'oblio medioevale fu poi superato nel Rinascimneto per merito di Poggio Bracciolini che riscoprì le teorie lucreziane per portarle alla contemporaneità.

Atalanta fugiens
Atalanta fugiens

La concezione atomista assume valenze mistiche nel senso della conoscenza della materia e del suo potere innato, della sua grandezza oltre l'immediatezza e la riconoscibiltà: i segreti celati attraverso le cose vanno colti nei significati più intimi che solo un linguaggio ultra-filosofico, metapoetico o trascendentalista, sia in grado di codificare. L'alchimia ha rappresentato anticamente questo tentativo e l'arte ne è divenuta depositaria per eccellenza, pensando a mostri sacri come Abrecht Durer, a Lucas Cranach, od al Guercino e Michelangiolo, sino al Parmigianino ed al Caravaggio, al Piranesi e così, nel corso dei secoli a De Chirico o Duchamp. Il senso ultimo della materia pura elevata a potenza e connotata nella dimensione PLURIVERSALE, secondo la quale è sofisticamente considerata in ogni dove ed in nessun luogo, stabilisce che l'uno è nel tutto ed il tutto nell'uno. Visioni presocratiche affinate da Platone e dalle visioni neoplatoniche sino a Marsilio Ficino e nei nobili cenacoli dell'Europa nascente. La materia sublimata negli impeti trasformativi ha reso i cantori-artisti, gli unici veri sacerdoti di questo mistero primordiale.

Secondo queste premesse, affermiamo che gli atomi pur nella loro divisibilità infinitesimale, costituiscono la molteplicità dell'essere scomposto nelle sue possibilità raggiungendo la sostanza in ogni sua parte. L'interazione umana nella comprensione di questo impulso vitale, determina la propria elevazione, pur essendone manifestazione diretta. La verità è dunque nelle cose, attraverso le cose, indipendentemente dalle interpretazioni dettate dalle epoche storiche. Il processo induttivo nei confronti delle verità sapienziali è stato inteso alchemicamente attraverso l'arte, preposta all'atto trasformativo della materia e l'Artifex, ovvero il sublime creatore ha avuto il sacro compito di sperimentare queste trasformazioni mediante l'Opus, mantenendo un ponte essenziale, nei confronti della storia, fermandone il flusso temporale, immortalandone l'anima collettiva oramai divinizzata. L'eletto demiurgo, dunque, è un vettore centrale nella trasmissione dei saperi occulti, delle verità antiche, cabalistiche, misteriche e lo ha fatto attraverso la pittura, la scultura, l'anatomia, l'architettura, la poesia, la musica o le filosofie della theatrica. Queste forme principali di comunicazione pura, si sono trasmesse nei secoli sino ad oggi mantenendo in vita la centralità del discorso SUBLIME, non immediatamente traducubile per le masse ma portante per i pilastri della conoscenza diretta od indiretta. E' dato ricercare nei fenomeni di questo linguaggio criptico, il carattere filoteistico fondato sulle visioni neocreativiste, che prendono spunto dall'atto sacro della natura creatrice. Questo meccanismo divinizzato, oltre qualsiasi superstizione figlia del Medioevo Romantico, definisce la Natura, entità materica pura, Padre-Madre allo stato fisico-chimico, atta all'impulso eterno della creazione, ovvero della trasmigrazione energetica della vita, nei suoi cicli materici, destinati a morire e rigenrarsi negli agglomerati soggetti allo spazio ed al tempo di aggregazione. Questo impulso involontario, naturale, cosmico, vive costantemente nelle unita atomiche, scindibili in unità subatomiche infinitesimali. L'Artifex ha il compito sacerdotale di instaurare un rapporto con la materia atomica poichè la intende filosoficamente e la trasforma chimicamente per mezzo del dato istintivo/percettivista. Oltre la dinamica scientifica, dunque, assolve alla ricerca mistico/interiore che visualizza poeticamente questi livelli indotti dall'etere. L'AtoMista, in questi termini è la figura sacerdotale in cui lo scienziato ed il sensitivo, coincidono perfettamente nell'atto di creare artisticamente.


SHAMBALLAH.

Il luogo mitico degli illuminati

Mostra Personale di Roberto Boldrini

Andrea Domenico Taricco

 

La mostra conclusiva del III Ciclo Sinaptico incarna il punto di arrivo di un lavoro di ricerca durato cinque anni. L’AtoMistica ha affrontato il livello Cosmogonico in cui gli artisti hanno elevato l’anima alla Perfezione, quello Karmico ha relazionato i Sette Spiriti al Trono Sacro ed infine quello Akashico ha spalancato le Dodici porte come varco dimensionale alla Rivelazione. Shamballah è infatti il luogo sacro della tranquillità eterna, raggiunta solo dagli illuminati o da individui dediti alla resurrezione spirituale dell’umanità. Si narra che al suo centro si innalzi la Torre di Giada – l’occhio eterno da cui si innalza un vapore mistico che la nasconde alla vista degli stolti. Solo alcuni dunque, sono in grado di scorgerla. Tutto questo è rappresentato dall’artista bolognese Roberto Boldrini. I suoi paesaggi, le sue figure umane, i suoi scorci non sono altro che visioni trascendenti di ombre mistiche giunte al livello di immanenza perpetua. Ecco allora che le vedute dei Casolari in campagna, così come Nevicata o del Paesaggio e Natura Morta, vengono letti diversamente. Tutto si illumina di una luce interiore connessa al cosmo ed un dettaglio sembra collegarsi alla vastità dei moti cosmici. Da I cavalli in movimento, a Due chiacchiere in panchina sembra di poter rivivere nelle dimensioni sospese di un Paradiso terrestre, di un mondo che ci è stato donato per fare esperienze che ci condurranno alla consapevolezza del tutto. Ancora in Gente comune nella nebbia, tutto questo è raggiunto e la carne, quale vettore essenziale di questo processo evolutivo dell’anima a cui siamo correlati attraverso il Pneuma, ovvero il principio vitale cosciente che permea ogni cosa, si emana. Boldrini ci riporta in questo universo dilatato in cui personalità anima e spirito, finalmente possono vivere in una cosa sola.

Dopo l’elevazione artistica definita dal progetto Cosmogonico che partiva dall’uomo e si compiva nel Dio Creatore, il progetto Karmico  definisce la relazione che esiste tra tutte le cose della natura di cui l’uomo ne è manifestazione pura. Spesso il concetto di karma è associato ad un agire causa-effetto che coinvolge gli esseri senzienti sino alle leggi morali che ne derivano vincolandoli al samsara, ovvero al ciclo delle rinascite che culminano con la liberazione moksa. E’ un concetto basilare della filosofia induista in cui si assiste al conseguimento di una vita superiore raggiunta mediante la perfezione. Dal sanscrito indicava la condizione di creare qualcosa agendo. La religione vedica era fondata sul sacrificio ovvero di doni tra l’uomo e gli dei raggiunti mediante preghiere (mantra), senza inutili spargimenti di sangue. L’intervallo di tempo tra la morte e la rinascita viene indicata con il termine di bardo.

Nella filosofia jainista le anime sono originariamente pure ma l’uomo le contamina. Solo i sani metodi di purificazione possono riportare il karma ai livelli originari mediante il flusso delle reincarnazioni.

Secondo il buddhismo il karma vincola gli esseri senzienti attraverso la loro libera scelta che inciderà per le vite future sino al raggiungimento del Nirvana. Anche l’induismo parte dal samsara e dal moksa sino al concetto della liberazione/rinascita.

 

 

Il progetto si struttura su sette livelli corrispondenti a sette mostre. Un percorso che rappresenta il viaggio ancestrale dell’anima:

 

 

A)        Dimensione dell’IMMAGINAZIONE

                  Grande MANAS

          Anima Senziente:  Luogo della purezza

                            Luogo delle sensazioni

                            Luogo dei sentimenti

 

 

1.      GOUPH. Legge di Creazione

        In principio era il verbo e il verbo era presso Dio

        Regno di Saturno. Livello fisico

        Forza gravitazionale: massa ed energia interagiscono nello spazio

        Tempo nel campo tensoriale

 

 

2.      NEPHESCH. Legge di Analogia e Corrispondenza

        Così in alto così in basso

        Regno della Luna. Livello eterico-vitale

        Forza elettromagnetica: strutture dotate di carica elettrica e           sorgenti

        di campi elettromagnetici

 

3.      MODKA. Legge di Vibrazione

        Tutto è movimento, vibrazione

        Regno del Sole. Livello astrale-desiderio

        Forza nucleare debole: avviene tra leptoni e quark e preclude il         decadimento beta, mediante il quale un neutrone diviene protone           ed emette elettroni (radiazione beta)

 

 

 

B)     Dimensione dell’ISPIRAZIONE

              Grande BUDDHI

       Anima razionale: Materiale inconscio

           Elaborazione preconscia

 

 

4.      BRAMA. Legge di Polarità

        Gli opposti si attraggono, i simili si respingono

        Regno mercuriale della Terra. Livello mentale

        Sviluppo dell’EGO

        Forza nucleare forte: energia che unisce protoni e neutroni nel           nucleo dell’atomo o quark che costituiscono protoni e neutroni

 

 

C)      Dimensione dell’INTUIZIONE

              Grande ATMAN

       TRIRATNA. I tre gioielli (La quinta Forza) Punto fi forza (Bindu)        crea materia originaria (Pakriti)  costituita  da tre qualità    (

       Anima Cosciente: Sé spirituale

         (GUNAS)        Spirito vitale

                        Spirito puro

 

 

5.      BUDDHA.

        SATTVA. Legge del Ritmo e dell’Armonia

        Tutto si muove come un pendolo, verso destra e sinistra, il ritmo         è la compensazione tra le due oscillazioni. Dall’intuizione alla         logica deduttiva

        Regno di Venere. Livello dell’essenza-quiete

 

 

6.      DHARMA.

        RAJAS. Legge di Causa- effetto

        Non giudicate perché sarete giudicati

        Regno di Marte. Livello dell’energia-passione

 

 

7.      SANGHA.

        TAMAS. Legge di Generazione

        Maschile femminile, emissivo e ricettivo

        La vita è l’infanzia dell’immortalità

        Regno di Giove. Livello dell’inerzia-sostanza

Dopo aver affrontato il Ciclo Cosmogonico in cui veniva stabilita una sorta di grammatica alchemica delle arti, l’EcoArtGallery affronta il Ciclo Karmico in cui si analizza la provenienza celeste dell’anima creativa. Gouph. Legge di Creazione affronta il livello fisico in cui la forza gravitazionale osserva l’interazione dell’energia nello spazio. Siamo nel Regno di Saturno, che secondo Steiner, si riferisce alla prima creazione umana subordinata al mondo minerale. In principio era il verbo e il verbo era presso Dio. Questa è la sfera dell’Immaginazione in cui l’anima senziente si trova nella Grande Manas, ovvero nel luogo della purezza. Dinamiche visibili attraverso il visibilismo figurativo di Lino Baldassa, in cui scorci della realtà decantano la magnificenza della creazione nella loro integrità rappresentativa. Pensiamo alle opere di Claudio Gioria, in cui interpreta la realtà connettendola a profonde dimensioni simboliche dettate dalla vastità del suo sguardo interiore. Ancora Roberto Balducci scopre nella frammentazione metafisica dello spazio, temporalità sospese che rievocano la memoria del vissuto personale. Da questi principi si sviluppano le geometrizzazioni spaziali di Elisa Cortis, attenta osservatrice del mondo circostante e della sua ricodificazione attraverso la logica. Aldo Tentarelli, invece, è un estrapolatore puro dei codici concreti sino alla loro totale trasposizione onirica. Siamo in presenza di idee dominanti che veicolano l’attenzione dello sguardo oggettivo. Oltre questo confine in cui è l’immaginazione a descriverci il mondo osserviamo le opere di Alessandra Giublena, in cui sembra descrivere formalmente equilibri cromatici sino alla dissoluzione spaziale. Oramai, del mondo di partenza non resta niente. Solo un lontano ricordo. Nel regno dell’immaginazione Cronos domina incontrastato. Le barriere del tempo vengono superate e la natura vive allo stato puro. Una natura in cui l’essere umano iniziava il suo formidabile viaggio senza rendersene conto. I nostri maestri, decantano questo viaggio rendendo lo spettatore, protagonista assoluto dell’opera.

      

Continua il percorso dell’EcoArtGallery affrontando il Ciclo Karmico in cui si analizza la provenienza celeste dell’anima creativa. Nephesh. Legge di Analogia e Corrispondenza affronta il livello eterico-vitale sviluppa la Forza Elettromagnetica: ovvero strutture dotate di carica elettrica e sorgenti di campi elettromagnetici. Siamo nel Regno della Luma, che secondo Steiner, si riferisce alla seconda creazione umana subordinata al mondo vegetale. Così in alto così in basso. Questa è la sfera dell’Immaginazione in cui l’anima senziente si trova nella Grande Manas, ovvero nel luogo delle sensazioni. Due gli artisti coinvolti come due le facce dell’argenteo astro:  August Victor Manole e Mariassunta Agrillo.

Victor Manole è nato nel 1993 in Moldavia. Fin da piccolo ha avuto la passione per il disegno portandolo all’età di 8 anni ad iscriversi ad una scuola d’arte dove per tre anni ha fatto pratica nei vari campi del disegno. Arrivato in Italia ha continuato a coltivare questa passione frequentando la scuola per diventare Grafico arricchendo l’idea di arte, passando da una visione figurativa a formulazioni contemporanee. Nelle sue opere assistiamo alla rappresentazione figurativa in chiave pop dell’oggettività. Rappresenta il lato perennemente visibile della Luna in cui i parametri oggettivi determinano un concetto di assoluta riconoscibilità.

Dall’altra parte Mariassunta Agrillo è nata a Messina nel 1984.

Si trasferisce a Torino nel 2009 per proseguire gli studi.

Sappiamo di lei  che si laurea in psicologia, specializzandosi in criminologia,  mantenendo sempre una spiccata affezione per l’arte. Si diletta in giochi di linee con penna, rigorosamente nera, su spazi bianchi. Da qui l’amore per la pittura che tramuta in ricerche cromatiche sempre più approfondite in cui mette in campo le proprie emozioni incanalandole in spazi geometrizzati ed in formulazioni archetipiche che vengono in superficie. Qui siamo nel lato perennemente oscuro della Luna in cui i dati della soggettività rinviano al sogno, all’inconscio al mistero.

La sintesi di queste personalità artistiche determinano il contrasto tra razionalità ed irrazionalità, tra bene e male, tra luce ed ombra.

Continua il percorso dell’EcoArtGallery affrontando il Ciclo Karmico in cui si analizza la provenienza celeste dell’anima creativa. MODKA Legge di Vibrazione affronta il livello astrale fondato sulla potenza del Desiderio.  In esso si sviluppa la Forza Nucleare Debole ovvero  tra leptoni e quark  sino ad includere il decadimento Beta mediante il quale un Neutrone diviene un Protone ed emette elettroni radioattivi. Siamo nel Regno del Sole, che secondo Steiner, si riferisce alla Terza creazione umana subordinata al mondo animale. Anche questo livello corrisponde alla sfera dell’Immaginazione in cui l’anima senziente si trova nella Grande Manas, ovvero nel luogo dei sentimenti. Tutto è luce e chiarezza oggettiva dell’espressione: prerogative affrontate diversamente da Teresa Palombini e da Ciro Calabritto.

Da una parte assistiamo alle opere oniriche di Teresa Palombini. Nata a Verbania nel 1953 ha svolto diverse attività come Vetrinista od impiegata comunale ma ha sempre amato l’arte sviluppando sin da piccola la riproduzione di cartoni animati per passare al ricamo ed al disegno. Il corso di pittura ad olio ha sicuramente approfondito queste capacità definite in un consistente percorso espositivo. Nelle sue opere il senso della realtà oggettiva irradia attraverso il colore sino alla scomposizione onirica che le consente di intervenire criticamente sui temi ricorrenti del mondo di riferimento.

Dall’altra parte il quarantaduenne Ciro Calabritto, in arte Sairus. Anch’egli viene da esperienze differenti alla pittura: si pensi che è stato un ballerino che ha frequentato il mondo dello spettacolo ma senza trascurare mai la sua predilezione per l’arte. I modelli avanguardistici del Novecento hanno rappresentato per lui uno stimolo nella ricerca artistica sino a proiettare i suoi interessi verso il design e l’arredamento. Nella sua vasta produzione assistiamo ad una connotazione realistica imbevuta di matrici Pop, concettuali al limite di neodadaismi assemblativi.

Come nel regno del Sole, il senso estetico della Verità, dell’oggettività e dello stravolgimento della stessa definiscono prerogative essenziali per entrambe le maestranze pittoriche figlie del Novecento ma ricche di spunti  innovativi.

 

Dopo aver affrontato il Grande Manas nella Dimensione dell’Immaginazione, in cui sono stati individuati il regno minerale di Saturno, quello vegetativo della Luna e quello animale del Sole, il Ciclo Karmico affronta la Dimensione dell’Ispirazione ovvero nel Grande Buddhi in cui l’anima razionale assorbe il materiale inconscio attraverso l’elaborazione preconscia. Siamo nel regno della Terra, ovvero nel qui ed ora secondo i dettami eonici della nostra discesa dalla cacciata dal Paradiso. L’essenza del Sale, dello Zolfo e del Mercurio delineano gli effetti della trasformazione in atto in cui ha dimora l’Uomo. La legge di polarità stabilisce infatti che gli opposti si attraggono ed i simili si respingono. In questo regno si forgia l’Ego. Parliamo del livello mentale in cui distinguiamo la Forza nucleare forte ovvero quella che unisce protoni e neutroni nel nucleo dell’atomo. In essa distinguiamo tre fasi e le organizziamo in tre modi di intendere la creazione da parte di maestri differenti. Il livello fisico/cosciente è rappresentato dalle concretizzazioni poetiche di Andrea Starnini il quale descrive il mondo oggettivo di provenienza evocandone l’aspetto nostalgico. Paesaggi tratti dal vero descrivono l’aspetto concreto del mondo imposto. Il livello metafisico/subcosciente viene attraversato dalle connotazioni oniriche di Marina Tabacco, in cui la trasposizione figurativa attraverso la forza cromatica giunge ad estreme conseguenze ideali. L’aspetto aereo sublima veicolandoci in nuove dimensioni. Alfine il livello spirtuale/incosciente dettato dalle geometrizzazioni caleidoscopiche di Lorena Fonsato ci eleva ulteriormente verso le mete mercuriali dello spirito in cui le vecchie connotazioni logiche oramai sono superate. Ora siamo pronti per evolverci verso i mondi superiori del Grande Atman in cui si concretizza l’essenza della Quinta Forza.

 

Dopo aver affrontato il Grande Manas nella Dimensione dell’Immaginazione, in cui sono stati individuati il regno minerale di Saturno, quello vegetativo della Luna e quello animale del Sole, il Ciclo Karmico ed il Grande Buddhi nella Dimensione dell’Ispirazione in cui l’anima razionale assorbe il materiale inconscio attraverso il regno della Terra, ovvero nel qui ed ora secondo i dettami eonici della nostra discesa dalla cacciata dal Paradiso in cui ha dimora l’Uomo. Ora entriamo nella Dimensione dell’Intuizione, ovvero nel Grande Atman in cui ha sede l’anima cosciente: il Sé spirituale. Queste premesse determinano BUDDHA – Sattva, corrispondente alla legge del ritmo e dell’armonia in cui tutto si muove come un pendolo, verso destra e sinistra, il ritmo è la compensazione tra le due oscillazioni. Dall’intuizione alla logica deduttiva. Siamo nel Regno di Venere in cui predomina l’essenza e la quiete. Il Sattva indica la componente che illumina attraverso la manifestazione ritmica ed armoniosa. E’ la prima qualità della Natura che induce l’uomo alla sua elevazione spirituale data la sua provenienza terrena. Presupposti raggiunti da Laura Zilocchi mediante una componente segnico - scritturale ottenuta attraverso un determinismo esecutivo che trae ispirazione dalla dimensione fluida del colore nel suo agganciarsi al supporto quale tavolozza ideale di rappresentazione. Ma è anche l’armonia informale ottenuta dalla spontaneità compositiva di Jaudine Cipolla, in cui l’importanza esecutiva consiste nella gestualità creativa che prende forma in agglomerati psichici. Sino a giungere alla matericità figurativa di Chiara Giorgi anch’essa delineata da uno spontaneismo emozionale dedotto da una realtà di riferimento che ha influito sulla fantasia. Le tre artiste nel loro creare adempiono ad una spiritualità connotata appunto da una profonda intuizione spontaneista atta a sublimare nel Sattva ovvero l’aspetto mentale che illumina verso la purezza e la liberazione di un Sé spirituale mediante Visnu.

Il Grande Atman del Ciclo Karmico cala ulteriormente i gradi ricettivi dello spettatore nella Dimensione dell’Intuizione in cui l’anima cosciente dello Spirito Vitale prende forma. Siamo nel regno di Marte in cui il dinamismo, la forza e la determinazione entrano in gioco progressivamente. DHARMA. Rajas costituisce infatti la legge di Causa  - Effetto secondo la quale il motto dice: “ Non giudicate perché sarete giudicati” ovvero nella consapevolezza dei tre gioielli di cui il Dharma incarna gli insegnamenti del risvegliato e scendendo più in profondità Rajas indica la componente dinamica fondata sulla Passione in cui l’instabilità, il desiderio ed il desiderio prevaricano sull’equilibrio mentale del Sattva o sull’inerzia materiale del Tamas. Brahma, ovvero il costruttore dell’universo è il responsabile dei Rajas tramutando la razionalizzazione sattviana in spontaneismo cromatico. Ragioni che hanno indotto alla scelta delle due artiste in mostra: Adriana Cernei e  Giulia Colletti. Adriana Cernei è nata nella Repubblica Moldova ma dal 2000 si è trasferita a Torino. Sin da piccola ha cercato attraverso la bellezza il senso puro del divenire creativo mediante una direzionalità formale mossa dal flusso cromatico. La giovanissima Giulia Colletti invece, muove dall’asciuttezza del bianco e del nero in cui il senso dello strappo, della lacerazione o di una transizionale sofferenza dettata dal rosso rinviano ad una possibile rinascita. La Cernei parte dall’esterno e giunge in profondità mentre la Colletti parte dalle profondità microcosmiche e radiografiche del corpo umano per giungere in superficie. La Colletti rappresenta la Causa inerziale di una materialità intimista, mentre la Cernei costituisce l’Effetto di questa energia che esplode verso l’esterno. La loro specularità proietta l’astrazione simbolica verso un dinamismo centrifugo/centripeto atto a scorgere il seme di una volontà estetica in cui la ratio spontaneista della mostra precedente affonda nel caotico turbinio di una materia spiritualizzata in cui lo Spirito Vitale finalmente ha la possibilità di Essere.

 

 

Il Grande Atman del Ciclo Karmico si conclude esaltando la Dimensione dell’Intuizione in cui l’anima cosciente dello Spirito- Uomo raggiunge la piena illuminazione. Siamo nel regno di Giove che esprime il Sublime. SANGHA costituisce la legge di Generazione secondo la quale tutto l’esistente necessita di un’unità maschile e femminile. Nulla esiste senza un Padre ed una Madre. Dei tre gioielli Sangha incarna la comunità mentre Tamas, indica l’inerzia che combinata al dinamismo ed alla logica genera equilibrio. Shiva il distruttore è il responsabile del Tamas tramutando i caratteri precedenti nel fondamento materiale.

Premesse essenziali per comprendere le scelte che hanno indotto all’artista Rosanna Damiani. L’apparente stasi che si cela dietro le sue raffigurazioni oggettive determinano invece un potente dinamismo ottenuto dall’influenza cromatica che mobilita i presupposti della forma in modulazioni simboliche di un divenire temporale. Il senso di concretezza, di realismo, di stasi provocano nell’osservatore più attento un senso di correlazione all’ordinario in cui i dati apparenti della realtà incombono attraverso un pre-ordine di regole, di strutture definite, di equilibri ineluttabili. Eppure tutto questo universo regolato dall’armonia è in movimento perenne e muta entro i suoi stessi confini. Dietro quell’immobilismo concettuale sono proprio le cromie a dinamizzare la forma e le tematiche raffigurate a dilatare i propri spunti oggettivi.

Secondo questi presupposti è proprio nel mondo concreto che  interagiscono l’aspetto maschile/forma e quello femminile/colore sino a sublimare in qualcosa di più profondo, sublime, mistico. Attraverso la materia giungiamo così nelle terre inesplorate dello spirito che trova la sua totale liberazione dalle afflizioni della carne.


 

 

                       Progetto ArtEterogenea

 

                            Statuto Hotel

                   Via principi d'Acaja 17- Torino

                         EcoArtGalleryHotel

Lo Statuto Hotel ha messo a disposizione i suoi ambienti per ospitare un ciclo di sette mostre che attua il percorso dei sette punti chakra, definito ArtEterogenea. Parte dalla gola (Visuddhi) e giunge al centro della testa (Ajna) sino alla sommotà della testa (Sahasrara). Siamo nella zona dello Spirito, ossia quella che si protende dall'Abisso sino a riconfigurarsi nella zona della personalità, dunque alla base della spina dorsale (Muladhara), ai genitali (Svadisthana) ed al plesso solare (Manipura). Dalla zona della Personalità viene varcato il Velo di Paroketh e si giunge nella zona dell'Anima, corrispondente all'ultimo punto, ovvero il cuore (Anahata). I chakra sono stati ulteriormente approfonditi attraverso l'analisi cabalistica dell'Albero della Vita e delle sfere definite Sefirah. Dunque il viaggio è partito dalla sfera invisibile detta Daath, passando Chockmah (Volontà Spirituale) e Binah (Amore Spirituale) sino al Kether (Sè). Proseguendo per Malkuth (Sensazioni) a Yesod(Subconscio) sino a Netzach(Sentimenti) eHod (Pensieri). L'ulimo traguardo è espresso da Chesed(Amore), Geburah (Volontà) e Tifareth (il Centro). Il Ciclo interseca la produzione artistica contemporanea ed è totalamente libera nella determinazione tecnica, stilistica e compositiva degli artisti che hanno dimostrato interesse ed una spiccata vocazione nell'intraprendere tale cammino verso la liberazione dall'Ego Eterico all'Essere Astrale.

ArtEterogenea I

Andrea Domenico Taricco

 

 

L’Hotel Statuto di Torino avvia il 15 novembre i suoi nuovi spazi espositivi presso sale messe a disposizione in quello che è diventato l’Eco Art Gallery, con il progetto ArtEterogenea I, che è la prima di una serie di mostre personal-colletive bimestrali che lasciano totale autonomia agli artisti. . Il concettualismo astratto di Silvia Finetti, apre il percorso con una serie di opere come La sintesi e l’attrazione (2005) o Forme e segni (2009) in cui la forza simbolica del colore e il dinamismo emotivo del gesto, si intersecano in un concretismo attualista pronto ad esplodere ideologicamente. Mara Destefanis affronta il paesaggio metafisicamente, in un descrittivismo che rivela una maestria tecnica, come ad esempio, nell’opera I portici del Po, in cui manifesta, secondo i dettami della pittura pop, i riferimenti immediati alla realtà circostante, sino agli scorci cittadini. Piera Bonamin, invece, giunge al racconto di viaggi attraverso terre lontane, varcandone i confini simbolicamente per mezzo della materia. La sua conoscenza tecnica si attua in una serie di opere come nel vaso Limoges decorato a terzo fuoco Israele o come nel piatto di porcellana Paris 360°, decorato a terzo fuoco con scavi e rilievi. Angelo Freda è l’istintivista pulsionale che lavora sulla tela o su qualsiasi supporto, sfogando nell’immediatezza il proprio impeto creativo. Nella serie Ciclo I, esprime il lato introspettivo della natura umana per mezzo di riferimenti informali. Mentre il figurativismo di Anita Fico fonda la sua essenza su  un grado di profonda consapevolezza emotiva ottenuta mediante la lunga esperienza nel campo dell’arte. Le immagini femminili ricondotte oniricamente, al suo universo interiore, inducono l’osservatore ad inglobarle secondo la propria matrice poetica.

 

ArtEterogenea II

Andrea Domenico Taricco

 

Lo Statuto Hotel giunge alla seconda mostra del ciclo ArtEterogenea, che intende affrontare in un percorso ideale, i centri energetici della connessione sensoriale  e artistica verso il mondo esterno. Dopo la prima, fondata sul visuddhi-gola(comunicazione-espressione), questa cresce verso l’ajna- centro della testa(amore spirituale-volontà) e caratterizza le profonde intuizioni dettate dallo spirito creativo. Gli artisti coinvolti sono l’architetto Andrea Boltro caratterizzato da uno stile realistico, ai limiti d’un fotografismo metropolitano scomposto in blocchi geometrici che dinamizzano la realtà, isolandola in istantanee emotive di forte impatto. La sua matrice espressivista dunque, è la sintesi perfetta di intuizioni cardine tra l’esteriorità e la propria percezione. In modo diverso, questo ponte è affrontato nelle sculture polimateriche di Marina Monzeglio: il vetro diviene per lei uno strumento essenziale per raggiungere la luce, impigliandola in griglie ideali composte da legatura stagno o da pittura a grisaille e da smalti con cottura a gran fuoco. Alchimie tridimensionali che contengono l’energia per diffonderla nello spazio. Il giovane Riccardo Fissore, invece è un virtualista onirico senza confini, un prosecutore delle novecentesche surrelizzazioni d’un mondo ormai superato e rigenerato in nuove visibilità che descrivono senza condannare, con quel pizzico di ironia e di energia critica, atti a sublimare in ciò che potrebbe essere. Diversi gli apporti emotivi espressi dai sinfonismi di Bruno Daniele, creatore di veri getti connettivi, di stati concettuali fondati su un colorismo puro, d’impatto e finemente suggestivo. La spazialità informale espressa nel gesto e nella simbologia del colore, trovano nell’atto finale, lo status assoluto del loro essere. Infine le visioni fantasmagoriche di Federica Bertino,  che spazia attraverso l’uso della china o di pastelli ad olio, in opere archetipiche che descrivono l’uomo oltre la ragione, utilizzando la forza del disegno, del segno e d’un grafismo che descrivono direttamente l’anima senza vie di fuga. L’apertura del terzo occhio, si compie così in questo secondo appuntamento tra l’arte e l’inconscio nella speranza di dilatare i campi della nostra dormiente ricezione.

 

ArtEterogenea III

Andrea Domenico Taricco

 

Lo Statuto Hotel, in qualità di nuovo spazio espositivo, inaugura questo terzo appuntamento, dedicato all’area spirituale della percezione, ovvero al punto chakra del sahasrara, posto sulla sommità della testa. Definito cabalisticamente  Kether, costituisce la realizzazione dell’unità interiore ed esteriore ed il profondo rapporto con la Divinità Padre-Madre, ovvero l’estensione del sé divinizzato. Gli artisti coinvolti esprimono queste tematiche, partendo da Giuseppe Bernardini, fautore d’un realismo atmosferico costituito di ricordi personali, di attimi proustiani ricondotti alla sfera privata ed alla loro interpretazione, elevandoli figurativamente nella totale leggibilità. Così come per Adriano Carpani, sognatore metafisico d’una realtà in lenta progressione, ma fissata fellinianamente in quei momenti pregnanti, essenzializzati dalla volontà di esaltarli nella loro profonda poetica. Francesco Luchino, parte da questa poiesis e la sublima in potenza, espressionizzando le sensazioni offerte dal mondo circostante che traduce continuamente in flussi scomposti e ricondotti alla sfera d’una soggettività sofferente. Simona Moletto, invece, indaga la natura con sguardo attento e vede, interiorizza e traduce metafisicamente l’aspetto pulsionale, sino alla catarsi. Tematiche superate da Margherita Nada, viaggiatrice di mondi lontani che prendono forma nelle sue tele, indicizzando lo spettatore verso i profumi d’Oriente o le gelide atmosfere normanne. Sino alle enigmatiche espressioni di Giovanna Tibaldi, creatrice di opere visionarie, capaci di farci assistere ai mondi sommersi, inconsci che trasformano le vecchie tematiche surrealiste e metafisica seconda verso la consapevolezza dell’io condiviso, in cui la forza empatico-spirituale si eleva nell’etere per risorgere nel soggetto purificato. Gli aspetti innati dello spirito, possono a questo punto determinare le caratteristiche corporee e quelle inconsce dell’anima, abbattendo il blocco dell’abisso, ovvero dell’incomunicabilità a cui stiamo lavorando.che, in costellazioni d’obbligo su cui concepire la totale liberazione. Il flusso compositivo di questo gruppo di artisti, tende ad indirizzare i dati comunicativi della prima mostra e quelli razionalizzati della seconda.

 

ArtEterogenea IV

Andrea Domenico Taricco

 

Inaugura il 14 giugno, presso l’Hotel Statuto di Torino, la quarta mostra dedicata al progetto ArtEterogenea ed assicuro tutti gli amatori d’arte di accorrere  numerosi all’evento data la singolarità degli artisti coinvolti. La mostra ha per oggetto il quarto chakra detto Muladhara, ovvero la radice, il centro delle sensazioni e del corpo che parte dall’osso sacro e definisce la Personalità, correlata allo Spirito rinnovato. Corrisponde cabalisticamente al Malkut e viene espresso per mezzo del colore rosso in relazione alla volontà di sopravvivenza, all’istinto, alla forza primordiale che spinge l’uomo a lottare per essere. Bruna Tabacchi caratterizza il proprio istinto creativo in opere fuori dal tempo, relazionabili al senso del colore, della forza pura, delle sensazioni primordiali, incanalando il proprio impeto in simbolismi che rimandano alla realtà circostante. Diversi gli atteggiamenti di Serenella Zanellati, attenta osservatrice della realtà e traduttrice del proprio istinto mediante la propria razionalizzazione concettuale espressa mediante la creazione di spazi geometrizzanti in cui il colore diviene supporto essenziale per configurare le proprie considerazioni ideali. Sino alle poetiche figurazioni di Rinella Palaziol, mediante i suoi acquerelli che riportano a quel senso nostalgico d’una vita trascorsa. Le trasparenze del colore, i riflessi dell’acqua e della luce, inducono l’osservatore a naufragare nel ricordo e nella contemplazione della natura oramai sublimata. Ennio Rutigliano, traspone questo figurativismo nell’onirico desiderio di evasione dal mondo fondendo la surrealtà al mistero di spazi metafisici in cui le figure prendono vita in nuovi contesti mentali ottenuti coscientemente dalla tecnica e dallo stile. Infine, l’eclettismo e la profondità di Barbara Griva, fautrice d’una pittura informale che genera forme tridimensionalizzate dalla sovrapposizione stratificata dei materiali e dei colori, raggiungendo così gli stati ricettivi dell’anima mediante lo scontro degli elementi. Questi modi differenti di esprimere l’universo concreto, concepiscono l’Ego, il Sé, come unica chiave di lettura possibile come aggancio al mondo reale.

 

 

ArtEterogenea V

Andrea Domenico Taricco

 

Inaugura il 27 settembre, il quinto appuntamento presso l’EcoArtGallery di Torino, del progetto ArtEterogenea. Siamo nell’area della Personalità subcosciente, definita cabalisticamente Yesod, ovvero la Valle Segreta delle pulsioni, corrispondente ai genitali. Riconosciuta come svadisthana, determina la scoperta dei misteri dei livelli astrali e delle energie lunari, ovvero la connessione con il piano divino. Gli artisti coinvolti interpretano sul piano sensoriale la rimozione dei dati assorbiti dall’esterno per filtrarli nel loro stato attuale, liberando le energie represse sino ad integrarle nella loro sfera razionale. Primeggiano i criticismi pop diGiuseppe Pitruzzello intarsiati da quel simbolismo che lo mette in relazione agli universi daliniani di pura ascendenza surrealista. Criticismi al limite d’un revisionismo di sapore concettuale, come avviene nelle opere di Massimo Cimmino vero sacerdote pop della figurazione umana, ridotta in termini minimalisti all’essenziale sino all’esaltazione totemica di stampo rituale. Sempre di ritualità di parla, da un profilo favolistico, nelle opere di Felicita Scarafiotti, la cui dimensione senza tempo viene esaltata dalla ricerca di forme, volumi o cromatismi puri che indagano l’interiorità del soggetto, radicalizzato in momenti di vita vissuta. Come avviene nelle futurizzazioni neo-cubiste di Mariangela Redolfini, fautrice d’uno stile vivace, prorompente, dissacratore che esorcizza la realtà stravolgendola in visionarie catalizzazioni, apparentemente statiche ma armonizzate dallo sconvolgimento cromatico dei volumi. Modi distinti di espressionarizzare la forma secondo un’astrazione che si converte in mimesis pura. Punto di convergenza, Angela Betta Casale, fautrice d’una pittura neo-liberty, in cui il senso bizantineggiante di tradurre il mondo in catartiche visioni sacre, la induce ad una nuova spiritualità. Pensiamo ai paesaggi di Roberto Riboni, la cui dimensione sospesa degli scorci, degli oggetti o della natura, deflagra nell’impeto esecutivo che trascende dalla personalità dell’artista, assorbita dalla contemplazione. Così come per Davide Farina, l’oggettivazione dei soggetti rappresentati, sublima in processi di iconizzazione che inducono nuovamente alla serialità di matrice pop. Le connotazioni espressioniste od impressive, escludono la realtà oggettiva attualizzandola secondo i dati soggettivi del rimosso.

 

ArtEterogenea VI

Andrea Domenico Taricco

 

Per il 30 novembre è prevista la sesta mostra del progetto ArtEterogenea che ha per oggetto il punto chakra manipura corrispondente al plesso solare. Il punto dell’elaborazione e della liberazione dei desideri in cui cabalisticamente Hod (pensieri) e Netzach (sentimenti) si compenetrano nell’equilibrio assoluto della personalità: aria e fuoco, olfatto e vista, dinamiche irrazionali e razionali nel senso dell’ordine puro. Sono questi presupposti ad introdurre gli artisti coinvolti nel viaggio verso il cuore in cui ha sede l’anima. Lorenzo Lo Vermi, è il maestro indiscusso dell’iperrealismo radicalizzando gli effetti della realtà circostante colta da vicino, in primissimo piano,  sino a restituircela rinnovata. A proposito di rinnovamento pop è lo stile di Davide Farina, fautore d’un linguaggio riconoscibile, universale, attraverso acrilici che indagano le personalità più celebri colte nella loro quotidianità. Sino agli assemblaggi inconsci di Claudio Berto, capace di imporre alla realtà un senso di temporalizzazione pura nella dinamica degli eventi. Dall’altra parte Maryam Khosravi, coglie la dimensione orientaleggiante d’un mondo lontano in cui i suoni, gli odori e le atmosfere remote si amalgamano alla nostra visione del mondo. Sino ai paesaggi sublimi di Nelly Miriam Ramirez, in cui lo svuotamento temporale degli scorci andini, sembrano echeggiare il desiderio di essere altrove. Percorsi lontani ma accomunati dal fatto di ricordare il mondo reale, quasi come un sogno ad occhi aperti tra la casa degli incantesimi e l’eterno giardino della bellezza. Il concetto di realizzazione artistica descrive il desiderio inconscio di condividere l’opera assoluta con gli altri, in un manufatto che ha sublimato un’emozione riconducibile ad un dato della propria esperienza personale.  Solo ora siamo pronti per l’ultimo viaggio verso il regno dell’anima purificata.

 

ArtEterogenea VII

Andrea Domenico Taricco

 

E’ prevista per il 28 febbraio l’ultimo appuntamento di ArtEterogenea che giunge alla descrizione del settimo punto chakra anahata inteso cabalisticamente come il nodo di convergenza tra Chesed (Amore), Geburah (Volontà) e Tifareth (Centro). Superato il velo di Paroketh, la personalità confluisce il suo percorso verso le zone sconosciute dell’anima, rappresentate direttamente dal cuore. Siamo infatti partiti dallo Spirito, passando per la Personalità sino a congiungerci con l’organo della vita stessa, il motore primordiale che temporalizza il nostro destino attraverso il suo battere incessante, l’Anima. Ed è su queste dinamiche ideali che si intrecciano le opere degli artisti che espongono in questa mostra. Da una parte i paesaggi inconsci di Ernesto Margueret, in arte Etto, fautore d’uno stile limpido, asciutto, ai limiti d’un impressionistico desiderio di stravolgere la realtà oggettiva, reinterpretandola ad esempio con il ciclo dei visilunghi. Giuseppe Paradiso, invece, traspone spazialmente i dati emozionali, traducendoli figurativamente in astrazioni metafisiche che scompongono lo spazio sino a restituircelo purificato. L’abilità tecnica di Simonetta Gho, invece analizza il dato oggettivo nell’immobilità sentimentale fissata in uno scatto fotografico, al limite tra il paesaggismo ed un vedutismo di moderna lettura. Maria Zimari, vera rappresentante d’una figurazione poetica, esalta il dettaglio, l’attimo, la bellezza, conducendoli verso una spiritualità senza tempo. Sino alla passione celebrativa di Chiara Tuninetti, capace di riportare in vita opere della tradizione e di decantare, attraverso il suo precisionismo stilistico, la contemporaneità, spingendola oltre i confini della logica. Gli artisti coinvolti, esaltano il percorso, verso la montagna dell’anima, il cuore, appunto, descrivendolo come luogo assoluto degli scambi energetici e punto focale in cui si concretizza la liberazione universale dall’Ego Eterico all’Essere Puro od Astrale. 

 

 

 

 

                          Progetto ASTRARTE

 

                            Hotel Statuto

                   Via Principi D'Acaja 17- Torino

                         EcoArtGalleryHotel

 

 

Il secondo ciclo dell'Arte Cosmogonica riguarda AstrArte, ovvero il livello Astrale fondato sulle entità sessuali del femminile e del maschile sino alla loro integrità in Rebis. Dopo la purificazione nel fuoco e la totale dissoluzione del corpo nel bagno mercuriale, gli sposi-fratelli si congiungono. Come Rebis la sacra coppia giace sull'ara della decomposizione e sarà purificata dalla rugiada del cielo. La divinità padre-madre costituisce l'unità del figlio, ovvero nella sintesi dell'unità assoluta. Dalla dimensione fisico-eterica che riguardava l'individuo, passiamo alla dimensione astrale, connaturata sul concetto dell'essere supremo.

 

 

 

AstrArte I

Andrea Domenico Taricco

 

Dopo il percorso offerto dalle sette mostre del primo ciclo di ArtEterogenea, fondato sui sette punti chakra in relazione alle undici Sefiroth, prosegue la ricerca AtoMistica attraverso il ciclo AstrArte. In altre parole dalla prima dimensione fisico-eterica che ha come centro motore la figura umana, giungiamo alla componente astrale in cui Shekhinah determina l’aspetto femminile della Divinità cabalistica secondo la quale è proprio attraverso l’unione fra aspetto materno e quello paterno che avviene la totalità dell’essere superiore. Per Giuseppe Borella, infatti, l’atto creativo diviene il sacramento mediante il quale Shekhinah, in forma di Spirito, discende nei partecipanti determinandone l’unità e la creazione del Figlio. Pensiamo alla forza geometrizzante evocata dalle opere di Roberta Tommasello, che ricorda la visione tantrica dell’unione tra maithuna corrispondente alla divinità Shakti e la relazione a Shiva. Corrispondenze ravvisabili nei lavori di Paolo Coda, fautore d’uno stile archetipico in cui i dati soggettivi del colore scanditi dall’espressione formale si razionalizzano in visioni pure dell’universo oggettivato in simbolici particolari formali. Il suo iperrealismo astratto apre la via ai contenitori formali di Alessandra De Zan, ricercatrice assidua della dinamica compositiva del soggetto femminilizzato secondo modalità espressive che la elevano a poetessa d’una beltà fisica sublimata nel senso di grazia che trascende il dato materiale. Sino a Denis Scalzone, artefice di un simbolismo materico in cui i dati del contingente attraversano l’essenza stessa dell’oggettualità preservata dalla pura letizia, non immediatamente riconoscibile. Bernardo Catania attraverso la forma e la potenza del colore convertito in strutture ideali, eleva a bellezza onirica, il sommo grado d’una dimensione onirica e mistica che sublima in grazia. E la grazia è lo spirito puro di Shekhinah che inebria, in termini femminili, la composizione del Cosmo.

 

 

AstrArte II

Andrea Domenico Taricco

 

 

Continua il percorso di AstrArte in questa rassegna di mostre dedicate alla dimensione astrale in cui, partendo dall’entità femminile denominata Shekhinah, ovvero alla dimensione mercuriale/lunare di Ida, giungiamo ad Eheieh, ovvero a quella solare/sulfurea di Pingala. L’elemento di compensazione tra le due entità della divinità Padre/Madre attua una determinazione armonica in cui i dati ricettivi della creazione trovano la propria manifestazione pura di espressione. Simili corrispondenze sono contemplate nei lavori pop di Alessandro Badalone, ricercatore di formulazioni oggettive stravolte dall’interno mediante il richiamo alla forza implosiva dei soggetti che rimandano all’osservatore il compito di riconfigurarli secondo le proprie capacità ricettive. Virna Brunetto, invece, irride i contenitori formali assemblandoli in poetiche concettuali e di profonda matrice pop trasponendoli in nuove metafisiche.  Franca Zummo, simbolizza questi codici di riferimento elevandoli a potenza mistica in cui la potenza del gesto, del segno e del colore evocano uno stato d’animo irripetibile attraverso la forma. Enrico Gresta propone una serie di opere in cui il dato rappresentato coincide con la forza evocativa del dato emozionale, tralasciando l’aspetto formale in rapporto all’espressionistico desiderio di attualizzarlo.  Adolfo De Turris, sprofonda nella contemplazione onirico-metafisica volta ad esagitare la realtà di riferimento sino a stravolgerla intimamente, riconsolidandola in elementi spirituali che le conferiscono nuovi codici di lettura. Infine, Domenico Barletta torna alla realtà con gli occhi di chi ha attraversato l’universo irreale delle emozioni, incidendo con le sue metamorfiche composizioni che ci restituiscono una natura purificata. Se Shekhinah costituiva l’aspetto sognante della forma, Eheieh giunge all’equilibrio metafisico, per mezzo del quale la forma dinamizza i propri contenuti in nuovi concetti.  

AstrArte III

Andrea Domenico Taricco

 

 

AstrArte conclude il suo percorso iniziato con Shekhinah, l’entità femminile, mercuriale/lunare di Ida, approfondita poi in Eheieh, ovvero quella maschile, solare/sulfurea di Pingala, per giungere a Rebis, alla sintesi assoluta della divinità Padre/Madre attuata dalla costituzione dell’angelo puro, dell’androgino Susumna in cui è contenuto il flusso energetico vitale Kundalini che si libera nello spazio in formula salina. Elementi che connaturano l’Opera di trasformazione del piombo in oro, della materia grezza in opera d’arte. Luciana Libralon, incarna figurativamente le emozioni in contenitori formali sognanti e dotati d’una metafisica simbolica che ricorda quelle dimensioni floreali dettate dalla bellezza. Marco Creatini, invece, stravolge il sogno per mezzo della struttura formale che gli consente di realisiticizzarla restituendocela rinnovata. Il simbolismo di Franca Zummo, sprofonda nell’evocazione di un gesto eterno in cui la potenza assemblativa prefigura nuovi orizzonti concettuali. Ezio Bruno ritorna alla forma contemplandola in accostamenti emozionali che innalzano l’ego sino ad immergerlo nei meandri della propria coscienza. Infine, Serena Rullo perviene alla realtà penetrandola empaticamente sino a sprofondare in essa e dimenticarla mediante lo sguardo interiore dell’anima. Shekhinah, l’aspetto sognante della forma ed Eheieh il suo equilibrio metafisico, proiettano i propri riscontri in Rebis elevando l’anima oltre i confini del nostro universo in cui ha sede la grande trasformazione.

Dopo la rassegna di  sette mostre fondate sul progetto ArtEterogenea, in cui venivano analizzati i sette punti energetici chakra con le corrispondenze cabalistiche, sui presupposti artistici di liberazione ricettiva ed AstrArte sulle entità costitutive del Rebis il nuovo progetto MicroArte, basa le proprie dinamiche di ricerca su un percorso di cinque entità che hanno per oggetto i cinque elementi aristotelici, per il conseguimento della simbolica Pietra Filosofale, ovvero l’Elisir della lunga vita offerto dall’Arte Universale.

•Terra. Tocca l’elemento Terra con corrispondenza alla fase detta Nigredo, cioè all’Autunno con conseguenza secca. Qui parliamo di umore Malinconico. Color Nero.

•Acqua. In questa seconda fase il tema dell’Acqua determina la corrispondenza all’Albedo, dunque alla stagione Inverno con conseguenza fredda . Alchemicamente si parla anche di umori come della Flemmatico. Color Bianco.

•Aria. Il terzo tema dell’Aria definisce la corrispondenza alla Citrinitas,  cioè alla Primavera con conseguenza . Alchemicamente si attua l’umore Sanguigno. Color Giallo.

•Fuoco. Quarta fase ha per tema Il Fuoco con corrispondenza, alla Rubedo, cioè all’Estate con conseguenza calda. Umore Collerico. Color Rosso.

•Etere. Ultima entità, che definisce l’essenza dello spazio celeste, corrispondente alla Viriditas, cioè al Tempo. Color Verde. Sarà una mostra di due mesi ed i cinque artisti saranno selezionati secondo le modalità espresse in questo cammino mistico. Ogni elemento corrisponde ad un artista che esprime una stagione, un carattere della personalità ed una fase della Grande Opera che trasforma la materia grezza in oro.  L’elemento Terra (Nero) è caratterizzato dal concretismo di Antonio Vescina in cui l’espressione formale indica l’autunno- secco equinoziale rapportabile al carattere melancolico in cui assistiamo al punto in cui la materia vive dissolvendosi nel tempo nella fase del Nigredo. L’Acqua (Bianco) è l’elemento della transizione come vediamo nelle opere di Virginia Nocera in cui il carattere flemmatico viene espresso dalla quiete invernale-freddo che giunge alla sublimazione della materia nella fase dell’Albedo quale vettore della purificazione. Ancora l’Aria (Giallo) rappresentata da Sergio Sestero Goffi in cui il senso onirico delle sue opere preconizzano l’aspetto collerico inteso dalla primavera-umido in cui si sviluppa la fase della Citrinitas. L’elemento Fuoco (Rosso) è rappresentato da Piera Bessone attraverso opere ancestrali che denotano una forza cromatica in espansione in cui viene espressa la vitalità della stagione estiva-caldo e del carattere sanguigno in cui i criteri della Grande Opera collimano nella Rubedo in cui la materia si ricompone. Infine l’Etere, rappresentato dagli onirismi di Giorgio Viotto in cui il quinto elemento induce alla Viriditas quale espressione transitoria al fuoco divino in cui convergono le entità precedenti. Il percorso di questi cinque maestri attuali proietta il viaggio dell’Arte verso la purezza assoluta.

 

Il Ciclo Cosmogonico attuato dall’EcoArtGallery prosegue con questa quarta mostra dedicata alla MacroArte in cui BUDDHI corrisponde all’armonia del conflitto in cui prevaricano le intuizioni armoniche degli artisti coinvolti. Siamo partiti dalla figura umana, l’abbiamo analizzata attraverso i gradi di sessualità sino a sprofondare negli elementi costitutivi della materia per elevarci nel cosmo in cui si relazionano i quattro livelli della composizione. Assiah, il mondo ordinario è rappresentato dallo stile figurativo di Giorgio Di Gifico, in cui la potenza emozionale del mondo oggettivo viene fissata sulla tela attraverso un realismo espressionista atto a cogliere l’aspetto interiore delle cose. Yetzirah, il mondo formativo entra in profondità a quello precedente indagando la struttura stessa della forma e lo attua appieno Laura Romano in opere che ricercano attraverso la geometrizzazione delle forme, la matrice stessa della materia. Briah, costituisce il terzo livello: il mondo ricettivo caratterizzato da Nicola Coraci il quale segue un discorso emozionale di interventi successivi al materiale finito trasponendo l’informalità del gesto al suo sconfinamento spaziale. La ricostruzione dello spazio lacerato induce al quarto mondo: Atziluth, il mondo creativo in cui Giovanni Battista Sciello dà sfogo alle sue fantastigorie incentrate sul puro desiderio di esprimere la sua anima e lasciarla volare nei vortici mistici dell’universo circostante. Ora l’arte è pronta per continuare il viaggio oltre le sfere della ragione e raggiungere l’Empireo della bellezza pura in cui vive l’Idea.

 

 

   Manifesto Arte Transconcettuale 

 

 

 

  1. L’arte è nel declino più totale. Logorata da falsi profeti e mistificatori di saggezza. Il baratro ci attende se non interveniamo con forza

  2. Sconfiggiamo la concezione elitaria di potere visivo. Solo così giungeremo alla salvezza

  3. Il pennello è ora crocifisso. La nuova tecnologia informatica ha il sopravvento su ogni forma d’arte. Sperimentazione. Questa la nuova parola guida

  4. E’ giunto il momento di lottare. E’ giunto il momento di accendere i nostri animi e combattere l’eterna lotta contro i bigottismi di un passato legato alla tradizione. Un passato lontano anni luce dalla glorificienza terrena

  5. Superata l’idea stessa di concetto abbiamo intrapreso altre strade. Nuovi orizzonti di significato ci attendono

  6. Perseguire l’essere al di là dell’apparire. Rimodellare la realtà esterna a misura della nostra realtà interiore

  7. Liberarsi dai condizionamenti: pensare, agire, scegliere e progettare in base alle nostre scelte e non a quanto impone il perbenismo al servizio di un potere che ci vuole schiavi e non esseri pensanti e liberi

  8. L’artista vero è vero profeta: sa vedere oltre la realtà e coglierne la molteplicità dei significanti

  9. Andare oltre l’orizzonte e superare l’angusta dimensione spazio-temporale dell’uomo a una dimensione. Riscoprire nella propria interiorità la pluralità del sapere e del comunicare

  10. Arte è conoscere e non riconoscere. Arte è rivoluzione. Rinnoviamo i modelli espressivi: l’arte è il sapere alla portata di tutti

     

                     ATMAN. L’intelligenza Attiva

      L’arte Transconcettuale di Gaspare Caramello

Andrea Domenico Taricco Nella sfera dello spirito puro il ciclo Cosmogonico affronta l’ATMAN. L’intelligenza attiva, ovvero il divino nucleo dell’essere in cui i paradossi denotativi del mondo concreto sublimano connotativamente verso il simbolo per concretizzare in formulazioni estetiche l’elevazione intellettiva. Centro motore di questa visione è l’attività incarnata da Brahma o dagli elettroni che formano la materia coadiuvandola in energia spirituale in costante propagazione. Simbolo di queste forze gli Angeli, gli Arcangeli od i Principati che interagiscono infoesteticamente nell’Essere. Gaspare Caramello è il maestro che incarna queste possibilità attraverso l’arte. Ha spaziato dall’informale all’arte concettuale sino al suo primo non ready-made intitolato Basket (1970), in cui non solo superava Duchamp ma preconizzava le teorie dell’arte Transconcettuale definita programmaticamente nel 2007. Secondo queste modalità l’arte Transconcettuale evolve il discorso concettuale legato ancora all’aspetto esteriore proiettandolo in ciò che oltrepassa l’apparenza sino alla sua funzione simbolica. Un percorso caratterizzato dall’ausilio di istallazioni visive sino ad elaborazioni sonore che catalizzano il pubblico in sincronie ricettive delineate dalla tecnica digitale. L’action pixeling porta avanti il discorso dell’action painting, in cui il dripping avviene per mezzo dello sgocciolmento dei pixel sui supporti digitali. Gli spazi visivi ottenuti dal maestro ventimigliese divengono spazi virtuali in cui il significante ed il significato delle cose coincidono sul piano della percezione sino a generare nuovi mondi di interconnessione. Esattamente come le forze angeliche che propagano l’energia in formulazioni codificate che solo il nucleo divino dell’essere cosmico è in grado di decodificare per raggiungere la luce.

 

 

                      ANUPADAKA. L'Eterna Grazia

                 30 settembre 2014 - 30 novembre 2014

Il percorso spirituale del Ciclo Cosmogonico continua nel vortice dell’Anupadaka che dal Sanscrito significa l’auto-esistenza di entità prossime alla luce eterna. Parliamo infatti dell’Eterna Grazia incarnata dai raggi dell’Aura prossima a Dio /Perfezione assunta storicamente dal mito delle tre Grazie. Tre Artisti contemporanei sviluppano queste qualità in riferimento alle tesi del filosofo positivista Auguste Comte che determinò nella Legge dei tre stati, tre differenti stati del divenire storico, ovvero partendo da quello Teologico, attraverso quello Metafisico sino a quello Scientifico. Secondo quest’ottica Annibale Ruscelli, mediante il suo stile realistico, descrive il miracolo emozionale del mondo così come è stato concepito dalla Natura. Le sue opere contemplative assumono valenze teologiche relazionandole alla Musa Talia, la prosperità della Natura in cui prendono forma le Potenze, ovvero il luogo dei corpi sottili in cui origina l’energia vitale che costituisce il prana. Daniele Furchì, invece, mediante trasposizioni pittoriche che rievocano la natura sino alla prossima astrazione ideale assume caratteristiche metafisiche relazionate alla Musa Eufrosine, ovvero la letizia. Qui si elevano le Virtù mediante gli stati della forma, del colore, della dimensione o del profumo che ne costituiscono l’archetipo. Sino a Fulvio Bresciani, ideatore di intermondi dimensionali che casualmente prendono forma come derivazioni di una logica precostituita. Siamo nella sfera scientifica incarnata dalla Musa Aglaia, lo splendore. Ci eleviamo così nei confini delle Dominazioni in cui l’Ente può muoversi liberamente nel pieno sincronismo e nella totale armonia del Creato. Il viaggio artistico attraverso i tre livelli della Grazia parte da una concezione ideale sino ad innalzarsi gradualmente agli stati lirici e sincronici della luce pura. Solo ora siamo pronti per tornare all’origine della Creazione.

 

                         

                          ADI. L'Uovo di LOS

                    Mostra Personale di Andrea Renda

                    3 dicembre 2014 - 4 febbraio 2015

L’anello mancante che congiunge i livelli sottostanti del Creato all’immensità cosmogonica del Dio Creatore è rappresentata da ADI. L’Uovo di Los ultima mostra del Ciclo Cosmogonico dedicata all’artista piemontese Andrea Renda. Secondo queste visioni si articolano i Troni, ovvero i Carri Trionfali espressioni pure della Volontà del verbo manifesto. I Troni sono la barriera esterna dell’uovo detta Merkabah. All’interno di questo vortice del Caos è racchiuso lo spazio sacro in cui è determinato il confine tra l’opacità di Satan, ovvero l’Albione mitologico che rappresenta la rivoluzione dell’umanità decaduta e dell’espressione materiale di Adam, il peccatore. In opere come Pentimento (2006), descrive emblematicamente questa colpa archetipica. In questo confine ideale tra bene e male prendono corpo i Cherubini, Tori alati che corrispondono all’armonia ed i Serafini, Serpenti alati, ovvero la più alta espressione dell’amore. Il mondo originario viene rappresentato a forma d’uovo di Los e qui sono racchiusi i quattro globi dell’emanazione la cui confluenza centrale è determinata dal Cristo. Parliamo delle bestie apocalittiche dette Zoas che costituiscono le forze fondamentali dell’universo. Urtona-Los (Nord) costituisce l’immaginazione, Luvah (Est) è la passione, Tharmas (Ovest) il corpo ed Urizen (Sud) la ragione. Quando il gigante Albione si ribellò a Dio cadde costringendo Luvah a dominare Urizen scatenando così la guerra delle Zoas sino alla cacciata dell’uomo dal Paradiso. Le opere di Andrea Renda decantano la lotta suprema delle schiere angeliche durante la guerra delle Zoas, antropomorfizzando le immagini sacre in estatiche pose senza tempo in cui la bellezza coincide con la dannazione della terribile cacciata dal Paradiso Terrestre. Il risveglio dell’Arcangelo (2004) così come il ciclo degli Angeli Ribelli, riportano la bellezza allo stato originario in cui la creazione artistica confluisce alla purezza di quella divina. Renda è il genio ribelle del nuovo secolo. Giunge ad Adi divenendo come Caravaggio, più di quattrocento anni fa, il cantore passionale della modernità pittorica.